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L’Uomo, dentro, è solo un Animale.

Zoonosi: perché alcuni virus «saltano» dagli animali all'uomo? | Fondazione  Umberto Veronesi

E’ il 27 Marzo 2021. E’ Sabato. Sono in ufficio perchè nella pace che si ha ad essere soli, si fanno moltissime cose, persino pensare a cos’è la Cultura. Per me è un bisogno ed il fondamentale necessario per chi è chiamato a prendere decisioni. E’ la garanzia del rispetto che si ha per gli altri. E’ la certezza che non aver preso la migliore decisione è semplicemente legata al fatto che non sempre si può prendere la migliore, ma non è mai accaduto per incuria o perchè ci siamo fatti trovare impreparati. La cultura è conoscenza dinamica e continua, è integrazione armonica e coerente di diverse informazioni, è arricchimento continuo. La meraviglia della cultura è che non si può misurare, non è paragonabile, ma la si percepisce, la si ammira. Ogni decisione che prendiamo coinvolge qualcuno in più oltre a noi stessi. La cultura ci permette non solo di prendere decisioni magari dolorose ma ponderate, ma anche di intravedere quali saranno le prossime e quindi evitare che siano altrettanto drastiche, e quindi ancora dolorose, operando, come dico io, “in tempi non sospetti” per prepararsi ed evitare traumi a chicchessia.

Chi mi conosce sa bene che sono molto attratto dalle logiche di sviluppo legate alla Economia Circolare e che la considero l’unica Economia plausibile; di conseguenza non sto mai dalla parte di coloro che valutano un fondamentale dell’Economia Circolare la Sostenibilità a posteriori, perchè vuol dire solo spendere altre risorse economiche di tutti per ripulire, sempre e solo in parte, il danno già fatto. Io sto con chi lavora per non generare il danno sociale ed ambientale.

Desiderio di conoscere ed Economia Circolare mi hanno “obbligato” a seguire alcuni interventi di illustri scienziati molto famosi, sulle cause delle Pandemie; quest’ultime evidentemente sono figlie di un comportamento scellerato degli umani e non certo di una maledizione celeste, ma per capirle è necessario conoscere chi le fa partire, da dove partono, perchè partono, dove sono nascoste quando rallentano.

Unica regola, essere interessati solo alle motivazioni scientifiche e quindi esclusione totale delle “complottistiche” che, quandanche fossero vere, sarebbero solo la risposta ad una delle domande.

Allora prima di tutto è necessario conoscere cos’è la Zoonosi

Le zoonosi e il rischio per la salute globale - Salute Diritto Fondamentale

Inutile andare avanti se non si capisce bene cos’è la Zoonosi e se non accettiamo che noi umani non siamo altro che una forma evoluta di animali mammiferi e quindi vertebrati, e siamo vittime, al pari del cane, della giraffa, del leone, ma anche del pipistrello, l’unico mammifero in grado di volare (lo scaiottolo volante infatti è in grado solo di planare), degli attacchi di virus, batteri, funghi, protisti, prioni e vermi.

Allora oggi 27 Marzo 2021 sono in ufficio in compagnia di David Quammen, divulgatore scientifico americano di grande valore che per anni è stato “addosso” ai ricercatori più importanti del Pianeta proprio per rappresentare ciò che sarà e perchè.

David ha deciso di scriverlo su Spillover (spill over = tracimare, traboccare); è una meravigliosa lettura, semplice, come sanno fare solo coloro che conoscono davvero e non hanno paura che altri conoscano.

UXTP My Company moreno.tartaglini@uxtp.it– www.tritonstreet.it -Sono un imprenditore. Ho creato la Digitalizzazione Sistemica. Credo nella convergenza tra innovazione e tradizione. Consapevole delle necessità come Individui, Cittadini, Consumatori, sono attratto dai fondamentali dell’Economia Circolare per garantire lo sviluppo delle Imprese. Sono (stato) un Executive della IBM, lo scrivo perchè Executive della IBM non si smette mai di esserlo. Sono convinto che in certi momenti della vita sia importante condividere con altre persone le opportunità vissute per generare sempre più Valore per la Società, per l’Ambiente e per le Imprese.

Wally e l’Economia Circolare.

Wally, l’Economia Circolare, nearwally su facebook, il DxMarker!!Che pasticcione.
Intervistatore: Ma dai Wally anche la maglietta con la tua foto? Sei un narcisista
Wally: prima di tutto è per festeggiare quota 10.000 follower della mia pagina Facebook (nearwally) e poi per farti vedere che stampiamo anche il DxMarker per consentire alle Aziende e ai Consumatori di entrare in relazione tra loro per condividere informazioni, ordinare, pagare, votare, giocare e donare. In tutto il Mondo, per tutte le Aziende del Mondo, per tutti i Cittadini del Mondo, senza barriere economiche e culturali. Siamo felici. Un solo viewer per tutte le call to action del mondo che cambiano in funzione di dove sono, di chi sono, di che ore sono, quante volte sono entrato ecc…; è la Digitalizzazione Sistemica di Omicron Digital applicata alle Dorsali Digitali. Alla Digital Week ha presentato Wall Shop Street & Home che basandosi sul DX Marker consente ai Consumatori nella pausa pranzo o quando fanno un break, presso Bar, Pub, Caffè, Ristoranti ecc di……… basta devo scappare.


Intervistatore: ma Wally!!!
Wally: Devo scappare!!!! ho un appuntamento con una Grande Azienda che produce cose buone per noi e che ha deciso di collaborare con NearWally e di utilizzare il Dx Marker. Come dice un mio amico, quel mio amico….. “Business the first!!!” Ciao scappo a domani!!!

MORENO TARTAGLINI: CEO DI ARXIT S.r.l. moreno.tartaglini@arxit.it – www.arxit.it – www.tritonstreet.it -Sono un imprenditore. Credo nella convergenza tra innovazione e tradizione. Consapevole delle necessità come Individui, Cittadini, Consumatori, sono attratto dai fondamentali dell’Economia Circolare per garantire lo sviluppo delle Imprese. Sono (stato) un Executive della IBM, lo scrivo perchè Executive della IBM non si smette mai di esserlo. Sono convinto che in certi momenti della vita sia importante condividere con altre persone le opportunità vissute per generare sempre più Valore per la Società, per l’Ambiente e per le Imprese.

Gli Affari hanno una sola regola. La stretta di mano (ma la firma è meglio)

Oggi è un giorno importante che mi ricorda che i mesi di lavoro per un commerciale sono 12. Spesso qualcuno nel passato mi diceva che pur facendo il commerciale aveva diritto alle ferie. Corretto. Per loro i mesi furono 11. (Ma forse non erano commerciali e quindi per la loro serenità gli cambiai mansione)

Moltissimi anni fa’, ma moltissimi, incurante della stanchezza sia fisica sia mentale, abbondantemente rigenerata dalla adrenalina, continuai a “competere” per vincere una gara incredibilmente importante su un Cliente di Torino che costruiva camion.

Eravamo giunti alla fine.

Quel giorno avrebbero deciso.

I contatti con il Cliente erano frenetici. Ero preparato su tutto.

La gara riguardava una soluzione molto professionale.

Conoscevo ogni comportamento, ogni respiro di quel Cliente, ero fiero delle risposte che davo ed ero orgoglioso dei feedback del Cliente.

Ero sul pezzo come nessun altro sul Pianeta.

Ero molto giovane. Ma molto giovane.

Dopo 16 ore ininterrotte di attività, verifiche, puntualizzazioni, negoziazioni inizia quella calma che sarà rotta solo dalla telefonata; finalmente il Cliente chiama, erano circa le 23.

Ero in ufficio, attendevo quella telefonata. Squilla. Rispondo. Era lui.

Nutrivo grande rispetto per Lui. La sua voce era calma. Mi stava dicendo che avevamo vinto.

Dissi un sacco di stupidaggini per ringraziarlo. Uscii dall’ufficio. Ero pieno di me. Dormii come un bimbo ma alle 7 ero in auto davanti all’ufficio.

Arrivarono le guardie giurate, aprirono, mi fiondai in ufficio, il fax era lì, gravido di un foglio di carta che penzolava.

Lo presi, era l’ordine.

Lo lessi, “la presente per confermarvi che la gara……è stata vinta da altro fornitore. Vi ringraziamo per il valore che avete espresso. Spiacenti…..”

Le giornate di un uomo di business sono fatte di 24 ore, quel giorno l’ho imparato e non l’ho più dimenticato. Non dovevo andare a dormire. Qualcuno, mentre dormivo, ha agito ed ha vinto.

Non dimenticherò mai quella mattina.

Credo però che se c’è una cosa che in futuro mi ha aiutato a vincere, e a vincere i momenti difficili e di stanchezza, sia proprio quello che provai quella mattina.

Ancora oggi non mollo mai fino quando non c’è la firma. Purtroppo la stretta di mano può sempre essere dimenticata. Una volta, ma una volta di molti anni fa, non era così

Oggi, molti anni dopo, ma molti anni dopo, Katia e Roberto, discendenti di una grande famiglia molto nota in Italia e all’estero, mi hanno concesso di poter collaborare ad un grande progetto, finalizzato proprio durante il dodicesimo mese, quello delle vacanze.

Credo molto in questo progetto e sento una passione e determinazione infinita per realizzarlo. Grazie Katia, Grazie Roberto.

UXTP My Company moreno.tartaglini@uxtp.it– www.tritonstreet.it -Sono un imprenditore. Ho creato la Digitalizzazione Sistemica. Credo nella convergenza tra innovazione e tradizione. Consapevole delle necessità come Individui, Cittadini, Consumatori, sono attratto dai fondamentali dell’Economia Circolare per garantire lo sviluppo delle Imprese. Sono (stato) un Executive della IBM, lo scrivo perchè Executive della IBM non si smette mai di esserlo. Sono convinto che in certi momenti della vita sia importante condividere con altre persone le opportunità vissute per generare sempre più Valore per la Società, per l’Ambiente e per le Imprese.

Il miglior Socio, Partner o Leader in affari

Essendo in questi ultimi 3 anni, più spesso che in altri periodi, interessato a collaborazioni, commerciali e societarie, mi è stato chiesto più volte: “Moreno, chi è per te il miglior Partner in Affari”.

Per non sbilanciarmi troppo, ho sempre risposto con le solite banalità. Ho indicato quelle caratteristiche che vanno bene sempre, sia per un Socio, per un Partner Commerciale o un Leader, ma anche per un Partner di vita comune. Insomma ho sempre espresso quelle posizioni sulle quali tutti concordano.

‘Ste banalità vanno talmente bene che le leggo anche sui social professionali in quantità industriali: un Partner deve essere trasparente, corretto, empatico, determinato, .……. Tutto giustissimo, ma….

Centinaia di commenti che puntualizzano: “empatico si, ma non troppo, altrimenti stanca, annoia” oppure “corretto sì, ma senza esagerare, altrimenti gli altri lo fregano” ed ancora “ok per il trasparente, ma con il limite di tenersi qualche segreto per rendere la vita movimentata” “ok per il determinato, ma che non faccia quello che fa tutto e gli altri nulla”.

In realtà quindi, dentro di noi vorremmo che il Partner fosse scontroso, divertente, un po’ stronzo, ma anche empatico; ovviamente furbo, avveduto, navigato…sicuramente anche corretto; lo vorremmo anche intrigante, capace di creare interesse, ovvio anche trasparente; allegro, coinvolgente, social, smart e …. chi se ne frega se non è proprio tutto, ma proprio tutto “determinazione e distintivo”. (da Untouchables)

Oggi sono in ufficio, da solo, nessuno mi sente e mi legge e quindi ho voluto dire e scrivere, prima a me stesso, la risposta che avrei sempre voluto dare.

Il Partner migliore in Affari è quello capace di far Crescere il Business.

HO DETTO IL BUSINESS!!!!! QUINDI NON SOLO IL FATTURATO

MA ANCHE I PROFITTI, ANZI I PROFITTI ANCOR DI PIU’!!!!!!

Il Socio in Affari di oggi non deve pensare e agire in sviluppo lineare;

“per crescere servono più investimenti, più personale, – (a dire il vero quelli più bravi hanno creato ed utilizzato gli asset per interrompere la proporzionalità diretta tra più fatturato più persone) -, più buchi nella Terra per prendere più materia prima, per fare più prodotti da vendere a più prezzo, perchè i Clienti sono sempre MENO!!!!”

Ecco l’Economia Lineare, quella del “più di tutto”, ha generato: meno Clienti, meno prodotti, meno persone che stanno bene, meno Aziende, meno ambiente, meno rispetto, meno investimenti, meno credito….

Insomma un gran problema per tutti coloro che stanno sul Pianeta, dagli uomini agli animali.

Il Socio o il Partner o il Leader di oggi pensa in logiche di Economia Circolare e quindi visualizza e costruisce crescite esponenziali. Il motivo è molto semplice: non esiste crescita in Economia Lineare che pur invertendo immediatamente la rotta, possa assicurare di ripristinare le perdite da essa stessa causate, nel tempo che abbiamo ancora a disposizione per farlo.

Il Socio o il Partner ideale inoltre, non deve proporre di comprare per crescere, (o meglio non solo) ma deve saper usare senza impoverire, pagando per quanto cresce. Così facendo avrà rispetto di ciò che usa, cercando di renderlo ancora più grande e prosperoso, per poterne usare di più e quindi crescere di più, come mai prima.

E poi deve parlare alla gente. Non servono più i grandi Imprenditori che, dai propri uffici, danno ordini, come abbattere gli alberi della Amazzonia per costruire strade o ferrovie (quando se ne faceva almeno un buon uso) o mal pagare e non dare alcuna dotazione di sicurezza a dei poveracci che in bicicletta consegnano i piatti preparati dai ristoranti, o utilizzare la stupidità delle persone che offrono i propri dati personali e riservati per farne lucro di qualsiasi genere.

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Quindi deve saper comunicare. E deve farlo lui, non il suo portavoce (spesso un altro poveraccio pagato per scrivere le cose belle che tutti vogliono sentire, ma che il diretto interessato neanche capisce).

E poi deve essere competente. Quella competenza che ti permette di “sentire” che se non lo sei, provi vergogna e quindi ti attrezzi per esserlo, evitando invece di bearti del fatto che sei un Socio o un Partner o un Leader, pur non capendo nulla di ciò che devi fare.

E poi deve sapere che una carretta spinta da due persone corre più veloce che se spinta da una sola. Sembra banale, ma la maggioranza desidera spingerla da solo. Quindi deve conoscere il Valore della Collaborazione.

Ma attenzione, non quel collaborativo a prescindere (esempio quelli che chiedono sempre se vuoi una mano…ma non li vedi mai prendersi la responsabilità di iniziare da soli). Si tratta di quel collaborativo che se abbiamo successo (ovvero guadagnamo insieme), allora collaboriamo ancora.

Un Socio o un Partner così, oggi, non deve essere fatto per forza di carne.

Io la butto lì. La digitalizzazione sistemica (attenzione solo quella sistemica ed assolutamente solo sistemica) è il miglior Socio o Partner che un Imprenditore possa sperare di avere. Oggi.

Chi sa bene cos’è, ha capito che non costa, paghi se usi e se cresci, comunica in modo fantastico, si ricorda sempre di parlare di te, è smart, veloce, è educata, parla tutte le lingue, ti consente di collaborare con tutti coloro che possono farti crescere, moltiplica all’infinito le opportunità, ti dice in ogni istante i risultati di ciò che sta facendo.

Ti chiede però solo una cosa: essere trasparente, corretto, empatico e determinato!!!!!

UXTP My Company moreno.tartaglini@uxtp.it– www.tritonstreet.it -Sono un imprenditore. Ho creato la Digitalizzazione Sistemica. Credo nella convergenza tra innovazione e tradizione. Consapevole delle necessità come Individui, Cittadini, Consumatori, sono attratto dai fondamentali dell’Economia Circolare per garantire lo sviluppo delle Imprese. Sono (stato) un Executive della IBM, lo scrivo perchè Executive della IBM non si smette mai di esserlo. Sono convinto che in certi momenti della vita sia importante condividere con altre persone le opportunità vissute per generare sempre più Valore per la Società, per l’Ambiente e per le Imprese.

Triton Street- Dove tutto ebbe inizio

Alcuni amici che mi frequentano per motivi personali o professionali, mi hanno detto: “Moreno crea e scrivi un tuo blog”

Mi dicono: “hai vissuto così tante esperienze, hai conosciuto così tanta gente. ti diverti così tanto a proporre situazioni così “incredibili” ma che poi si rivelano vere, con il solo scopo di far vivere ai giovani commerciali l’emozione e i contenuti più importanti del “mestiere” più bello del Mondo, da poter offrire a tutti; pezzi di un cammino segnato dalle impronte degli uomini, piccoli e grandi del tuo vissuto, dai loro comportamenti, dalle loro debolezze e dalle loro passioni, incluse le tue.” Dopo molto tempo mi hanno convinto: “Triton Street , dove tutto ebbe inizio”, è il nome del blog.

Cominciamo quindi a narrare “dal nome del blog“.

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In prossimità dei miei primi cinquant’anni ho cambiato la mia vita lasciando il certo e agiato per fare qualcosa di nuovo, ricco di milioni di incognite. Sono riuscito ad iniziare quello che avrei sempre voluto fare: l’Imprenditore, ma non l’Imprenditore figo, per il ruolo, cioè quello che “lavora in proprio” e che parte agiato, ma proprio l’Imprenditore che Imprende. Cioè quello che non dorme la notte.

Sono stato un dipendente e anche un Manager fino ad essere un Executive, ma anche un tecnico con il cuore commerciale ed un commerciale con il piacere per ciò che è tecnico, sono stato disciplinato e rigoroso, ma anche fantasioso e ribelle, sono stato un garzone e anche un Presidente ed un Amministratore Delegato. Ovviamente devo dire grazie a molte persone, che, mentre la mia vita scorreva, mi hanno insegnato molte cose.

Di loro parlerò, spesso, forse parleranno anche loro sul mio blog, tutti sapranno i loro nomi, ma non la loro identità. Chi mi ha suggerito, stimolato, apprezzato, e anche contestato, saprà certamente che sto parlando di lui. Lo farò con la solita caratteristica, ovvero dicendo la verità….non cruda….perché ci vuole poco a dire la verità senza far del male; solo un po’ di rispetto.

Ho imparato molto. Moltissimo. Sono così fiero di ciò che conosco che a volte mi emoziona sapere cose che altri non hanno nemmeno l’idea della loro esistenza.

Prima di tutto ho imparato le persone. Sì, le ho imparate perchè per portar loro rispetto, devi conoscerle, “sentirle”.

Scendo ad Heatrow, vestito benissimo, come al solito ero in anticipo. Ecco per esempio nella mia vita ho sempre fatto di tutto per non farmi aspettare da nessuno. Ricordo bene come mio Padre mi insegnò questa forma di rispetto, sento ancora il bruciore della sberla. Salgo su un taxi e mi faccio portare in centro a Londra.

Mi siedo ad un tavolo fuori, un pub molto chic. Mi è sempre piaciuto il centro di Londra al mattino presto. Belle persone, bei posti, bei modi, bei cani, molti Cavalier King come la mia Zoe; appena più tardi cominciano ad arrivare le tribù di coloro che vivono in periferia. Altro stile.

Prendo due caffè, la giornata è di quelle stupende per Londra. Fresca con il sole. Il sole che a Roma si ha solo d’inverno.

Oggi è la giornata decisiva. Le giornate decisive si affrontano in due modi, almeno io le affronto così: ho certezza di ciò che farò oppure ho certezza di non sapere ciò che farò. L’importante per decidere infatti è di avere la certezza. Io avevo deciso. Sapevo cosa avrei fatto.

Tutti mi avevano detto di non farlo, e per un semplice motivo: la diversa visione di un uomo a 50 anni.

Gli altri infatti mi dicevano: Moreno, hai 50 anni, guadagni molto e guadagnerai ancor di più, vivrai a Londra, non avrai nessun problema.

Io invece mi dicevo: Moreno, hai 50 anni, guadagni molto e guadagnerai ancor di più, vivrai a Londra, non avrai nessun problema.

Che noia sapere già cosa farai, mentre il Mondo sta cambiando.

Avevo deciso. Sono quelle decisioni così intime che non possono essere condivise. Prima si decide e poi si condivide. Troppo facile condividere certe responsabilità.

Mi alzo, entro e pago. Esco e mi incammino. Due isolati, alzo lo sguardo, Triton Street. Lì il palazzo. Bello.

Entro.

Una Hall stupenda, due Reception e quattro Receptionist, stupende.

“prego, la stanno aspettando” (ma loro lo hanno detto in inglese)

Salgo, ascensore a vetri con vista sugli uffici. Arrivo al piano. Si aprono le porte. Davanti a me il GM, francese, e il Presidente, inglese. Mi scappa da ridere, internamente, perchè mi viene in mente la barzelletta: c’è un italiano, un francese e un inglese….Mi son reso conto che avevo davvero deciso perchè se così non fosse stato, avrei avuto nel cervello il bilancio degli ultimi 3 anni di tutte le società del Gruppo, in tutte le Nazioni, dove ero Amministratore Delegato o CEO.

Entrammo in ufficio, di quelli che “povero fa ricco”. Tutti intorno facevano più movimenti con il corpo di quanti ne servissero. L’ho sempre chiamato “dinamismo stanziale”. Nelle occasioni in cui ho notato il dinamismo stanziale, ho percepito che le persone erano sopraffatte dal concetto per cui, non so perchè sono quì ma è un gran culo che io sia quì.

Insomma non potevo entrarne a farne parte senza comunicare che avevo deciso. Toccai il francese, eravamo anche amici e lo siamo stati anche dopo.

Lui si girò e capì. Toccò l’inglese. Lui si girò e non capì. Il francese gli parlò all’orecchio. si girarono. Andammo noi tre in un altro ufficio. Qualche parola e tutto finì. Iniziavo la mia nuova vita.

Triton Street, dove tutto ebbe inizio.

MORENO TARTAGLINI: CEO DI ARXIT S.r.l. moreno.tartaglini@arxit.it – www.arxit.it – www.tritonstreet.it -Sono un imprenditore. Credo nella convergenza tra innovazione e tradizione. Consapevole delle necessità come Individui, Cittadini, Consumatori, sono attratto dai fondamentali dell’Economia Circolare per garantire lo sviluppo delle Imprese. Sono (stato) un Executive della IBM, lo scrivo perchè Executive della IBM non si smette mai di esserlo. Sono convinto che in certi momenti della vita sia importante condividere con altre persone le opportunità vissute per generare sempre più Valore per la Società, per l’Ambiente e per le Imprese.

Mister No? Ma no!! sono il CFO.

Nel tempo ho sentito molti dire che Decidere fosse bello quanto far Sesso; io dico che i paragoni sono sempre difficili e viene sempre il tempo per fare tutto, e bene. In ogni caso è vero che prima c’è il momento della preparazione, poi c’è il momento dell’immaginazione dinamica: io vorrei fare questo, anzi sono certo che farò questo, e lei dovrebbe reagire, oppure lui il Cliente dovrebbe reagire così, anzi sono certo che lei reagirà così.

Puoi essere l’uomo o la donna più sicura di sé al mondo, ma la bellezza di prendere una decisione o di incontrare lei o lui, procura sempre quel fantastico subbuglio interno, intimo.

In realtà “comandare è meglio che fottere” è una frase che non si dice più da tempo, forse anche perchè chi comandava erano quasi tutti uomini, e quindi forse, rappresentava una frase sessista.

Il vero “bello” però è scoprire che prepararsi per quel momento, in realtà, non serve a gestirlo secondo quanto abbiamo immaginato, ma a prendere decisioni velocemente rispetto alla realtà che si paleserà.

Spesso infatti ciò che accade è diverso da ciò che avevamo immaginato. Quindi la preparazione serve affinchè si sappia cogliere il momento giusto con la decisione corretta.

Molti dicono “inutile prepararsi perchè tanto la realtà sarà diversa”, ma essere preparati ci permette di accettare tranquillamente ciò che accadrà, sicuramente qualcosa di diverso da come lo avevi immaginato, e quindi l’approccio al momento sarà di massima disponibilità, i recettori saranno attivissimi, la voce, il respiro, i movimenti saranno registrati ed elaborati alla velocità della luce e grazie alla preparazione, affronteremo con il massimo delle opportunità in gioco, la decisione.

Tutto ciò è talmente bello, adrenalinico, che può diventare una necessità, si rischia di voler decidere anche quando non serve. E’ un pericolo; anche perché per poter decidere è necessaria quell’attitudine alla decisione che, a lungo andare, potrebbe nascondere i rischi, facendo pensare di essere sempre bravi, capaci, e inducendoci a dimenticare che un grande ruolo, nelle decisioni, lo gioca sempre il culo. (la fortuna)

Ed allora?

Nel mio passato, per gli aspetti professionali, ho sempre individuato, nel mio team, il Mister No. Chi è Mister No? E’ il grande professionista, timorato dal cambiamento e quindi dall’innovazione, ma che nel contempo ne risulta affascinato, ammaliato. Non esprime quasi mai la sua posizione durante le sessioni decisionali pubbliche, ma al caffè ti dice “certo che si potrebbe fare, se…” e quando gli rispondi “bella idea, allora facciamolo” lui ribatte “scherzi? era solo una riflessione ad alta voce ma non ha senso” e si ritira.

Mister No è il collega che tiene tutto sotto controllo mentre tu esplori altri mondi e quando viene il momento….illustri cosa vorresti fare…. lui cerca di nascondersi, si difende, non vuole neanche sentire, ma ascolta, ti dice che sei pazzo, ma intanto fa una cosa importantissima, che solo lui sa fare: comincia a pensare ai dieci motivi per non farlo.

Nessuno è bravo come lui ad elaborare i rischi di una operazione e come d’incanto al mattino, un’ora prima delle 8, lui è già davanti a te, nel tuo ufficio, carico di adrenalina.

Ripensando ai miei amici e colleghi Mister No, devo dire che io ho sempre sospettato che quando mi dicevano i rischi dell’operazione lo facessero per istigarmi ad andare avanti, per aiutarmi ad avere successo, perché i grandi professionisti come i Mister No, hanno caratteristiche diverse, ma amano, anche in maggior misura, avere successo.

Forse non sono mai stato io a cercare il Mister No, ma era lui a cercare me. Forse avevamo bisogno di lavorare insieme quasi a garantire una logica di armonia delle posizioni rispetto ad una opportunità.

Alla fine, sentiti uno per uno i rischi, valutato se avevamo la soluzione, si decideva. Devo dire che condurre una azione con Mister No nel team è una grande esperienza. E’ un collega serio, sincero ed è colui che più di tutti lotta per arrivare al successo.

Molte volte, a ragione, ho valutato colleghi e clienti che si mostravano innovativi, dalla presenza o meno del Mister No nei loro team e quelli che non l’avevano, o la bistrattavano, non hanno mai avuto successo, come Uomini o come Impresa.

Immaginate la vita dei CFO, sembrano nati per non farti mai spendere un euro per innovare ed invece, di norma, è il collega che ti offre maggiori spunti di successo ed il supporto totale durante tutta l’operazione.

Non voglio dire che il CFO sia il Mister No, ma qualche volta sembra proprio lui!!!!.

Dedicato a tutti i miei carissimi amici e colleghi CFO con i quali abbiamo mietuto, insieme, ottime opportunità.

MORENO TARTAGLINI: CEO DI ARXIT S.r.l. moreno.tartaglini@arxit.it – www.arxit.it – www.tritonstreet.it -Sono un imprenditore. Credo nella convergenza tra innovazione e tradizione. Consapevole delle necessità come Individui, Cittadini, Consumatori, sono attratto dai fondamentali dell’Economia Circolare per garantire lo sviluppo delle Imprese. Sono (stato) un Executive della IBM, lo scrivo perchè Executive della IBM non si smette mai di esserlo. Sono convinto che in certi momenti della vita sia importante condividere con altre persone le opportunità vissute per generare sempre più Valore per la Società, per l’Ambiente e per le Imprese.

Andare fino in fondo.Ora

Questo è un Mercato davvero strano, per questo sono felice di poter continuare a collaborare con altri Executive e, quando necessario, perchè no, competere; adoro farlo strano, nuovo, il Business. Nel mio passato ho visto i grandi nomi dell’IT mondiale avere successi incredibili e poi traballare, uscire quasi dalla scena, sparire o resuscitare, li ho sentiti affermare che “grande unità di calcolo centrale è la soluzione giusta; ma pochi mesi dopo dire che è meglio “piccola potenza di calcolo ma su server diffusi“. Oppure ho sentito chi diceva “per noi il servizio è compreso nel prezzo dell’hardware!!!” Sei mesi dopo spin off della business unit hardware, perché “ciò che si vende sono i servizi”.

Con queste precedenti esperienze, non voglio dire nulla sulle Soluzioni Digitali, anche se avrei tantissimo da dire. Per esempio sono arrabbiato con quelli che urlavano “il digitale è disruptive!!!” perchè hanno bloccato gli Imprenditori sul nascere dell’ opportunità (li ricordo tutti quelli lì, ci facevano addirittura degli eventi per dire agli Imprenditori che il Digitale era Disruptive). Però sono arrabbiato anche con tutti quelli che arrivavano e arrivano dalle Agenzie, uomini “tutto like e conversioni” (direttamente da Robert de Niro in “Untouchable”), senza un minimo di esperienza di Business, a parlare di Digitale, confondendolo con le sole attività via Social, che hanno trattato le Aziende come dei “rockettari“, vanificando così le loro risorse economiche, sui social appunto, a caccia di like, ma attenzione quelli che andavano davvero di moda, ovvero quelli inutili, senza vendite attaccate. Poi, un giorno, quasi tutti insieme, gli Imprenditori si sono fatti accorti; ed allora come risposta al nuovo atteggiamento degli Imprenditori, sono entrati in campo tutti quelli che esageravano davvero, quelli senza scrupoli, sempre senza produrre un euro di Business per il proprio Cliente. Ricordo a tal proposito un personaggio super, ma super davvero, alquanto “strano”, dire ad un ex grande produttore di calzature di Vigevano: “Il banner è apparso a oltre 10 milioni di clienti!!!!! le pagine sono state cliccate oltre 2 milioni di volte!!!!! i like sono cresciuti a dismisura!!!!” e lui, il calzolaio “mi scusi, ma quanto tempo devo aspettare per vendere più scarpe ed avere il ritorno del mio investimento?” e il super, ma super davvero, con voce calda, fintamente figlia di una riflessione profonda: “veda, io non mi occupo di vendite”….”quello è un problema suo e del suo staff”. L’ho adorato!!!!!, lo aveva raggirato, gli aveva spazzolato il conto in Banca per essere visibile milioni di volte (ma probabilmente solo due o tre in più, di un target probabilmente inutile, sapevano che faceva scarpe a Vigevano) facendo passare il banner sui siti di informazione on line dei canali televisivi i quali già esprimevano numeri quadrupli, in più il super “strano”, elevava al quadrato quei dati…

Non volevo parlare di digitale, ma la passione è passione, e quindi chi mi conosce bene, ed ha lavorato con me in questi ultimi tre anni, sa che per me l’equazione è assai semplice:

  • se non è sistemico non è digitale, e se non fa business non è digitale.

Prova del nove:

  • per fare business deve essere digitale, per essere digitale deve essere sistemico, se è sistemico fa business.

Sembra quindi che l’elemento di partenza sia sempre il Business. Quindi è sempre tempo di imparare per fare Business. Prima di andare avanti sarebbe bene però leggere il mio articolo: il tempo per pensare è finito sul mio Blog www.tritonstreet.it

Il Tempo per Pensare è finito

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Letto? Bene allora…….ho un fantastico Cliente che senza inseguire il dinamismo vertiginoso della tecnologia, ha cambiato molto in 20 anni, ed oggi si ritrova a rappresentare l’innovazione. Adoro questo Cliente, la Sua strategia è stata sempre molto semplice: comprare ciò che serviva a lui e mai ciò che, agli altri, serviva vendere.

Sembra banale, ma molte aziende dal Brand molto affermato, hanno campato sul fatto di creare un Valore, più o meno inesistente, intorno a ciò che volevano vendere, facendolo diventare una necessità per i Clienti. Più forte era il Brand più veloce era questo passaggio. Lui no, lui ascoltava e sempre educatamente, chiedeva approfondimenti, chiarimenti ecc.

Sembra normale, ma purtroppo il Mondo è molto più pieno, assai (rafforzativo che mi è venuto pensando all’esempio), di coloro che non vedono l’ora di comprare ciò che l’altro vuole vendere. (basta i-phone come esempio?)

Compattare ed integrare quanto acquistato, e poi comprare ancora.

Non si è fatto coinvolgere dalla frenesia di possedere le varie tecnologie. Lui, proprio Lui, quello che comanda, scherza dicendo “in verità io avrei voluto lanciarmi in avanti, anche più degli altri, ma quando chiedevo: “quanto tempo impiegherò per ripagarmi l’investimento? Di quanto si incrementeranno i profitti? le risposte, se arrivavano, erano sempre un istante dopo l’inizio di una nuova rivoluzione tecnologica e quindi ciò che di cui avevamo parlato fino a quel momento non andava più bene perchè loro avevano bisogno di vendermi una cosa diversa!!!!!.

Un po’ di mesi fa, mi ha chiamato e mi ha detto: “Moreno vieni a trovarmi, ho voglia di capire la digitalizzazione, come dici tu sistemica, quella in pay per use, ma non da qualcuno che la conosce e basta ma da qualcuno che sa anche come usarla per fare Business e quindi la conosce “intimamente”. “Desidero costruire qualcosa per mostrare a tutti come realizziamo i nostri prodotti e mentre ci siamo parliamo un po’ anche di intelligenza artificiale.” Io gli risposi “Grazie, ma sei sicuro di volerne parlare con me? tu stai tra i grandi del Mercato” e Lui, il mio Cliente senza rispondere alla mia domanda direttamente: “come potrei parlare di Business con chi è venuto da me per tentare di vendermi in passato Mainframe, Server, Help Desk, Storage, Digitale Disruptive, Investimenti sui Social ecc… nei momenti sbagliati, e senza aver fatto in tempo, o esser stato capace, di darmi i razionali economici che gli avevo chiesto?” Lui dice, ed io concordo, che il business è fatto di momenti positivi e negativi, emozioni, passioni, competenze, visioni e rigore e che le nuove -non tecnologie- stanno facendo esplodere i paradigmi e con loro anche tutti i sarchiaponi tecnologici del passato. Si stanno evidenziando le stranezze del mondo IT che avendo costantemente drogato domanda ed offerta, ora non si ritrova più. “Alla fine la gente ha bisogno di risolvere i propri bisogni, quasi come se imprenditore e consumatore fossero dalla stessa parte, offrendo, scegliendo e comprando al prezzo giusto”.

Questa ultima sua considerazione mi scatenò, mi diede il “la” per esprimere il mio pensiero su quanto mi aveva chiesto. Io espressi quindi ciò in cui credevo, ovvero: “Vedi caro M………lo scopo della digitalizzazione sistemica è proprio quello di assicurare al Mercato la relazione “valoriale” Azienda/Consumatore per lo sviluppo esponenziale del Business B2B, B2TC e B2B2TC, (la T non è un errore) e assolutamente non più, e si spera mai più, B2C e B2B2C; l’adozione della «digitalizzazione sistemica» azzera anche gli investimenti delle Aziende, in quanto viene utilizzata con il modello “Pay per Use”.

Condivisi anche la necessità di: “integrare nella transazione commerciale i fondamentali dell’Imprenditore e dell’Azienda rispetto all’Economia Circolare e Inclusiva, consentendone la massima comprensione da parte dei Clienti ed incrementando così la propria immagine sui Mercati”.

E ancora: “La digitalizzazione sistemica deve anche consentire alle Business Unit delle Aziende la possibilità di velocizzare il proprio ingresso su nuove opportunità di Business, o potenziare quelle già esistenti, senza investimenti e senza alcun intervento sul proprio assetto di Information Technology.”

Come un fiume in piena: “Le Soluzioni Digitali Integrate sono capaci di assicurare la migliore soddisfazione di fruizione ai Consumatori e nel contempo le maggiori performance di business a crescita esponenziale per le Aziende”.

Ma non potevo rinunciare a: “Non va dimenticato inoltre che il Valore delle Aziende, la capitalizzazione in questo caso, è proporzionale anche alla capacità di controllo del proprio Customer Journey, il quale, grazie alla digitalizzazione sistemica, deve consentire alle stesse la creazione di percorsi innovativi, efficaci ed operativi alla velocità della luce, immediati; ma anche l’attenzione al miglior utilizzo da parte dei Consumatori, combinato con la garanzia di User Experience di grande valore e semplicità di fruizione”.

e mi avviai a concludere con: “Il goal quindi”, caro M………”è proprio ciò che ti aspetti, ovvero una logica di Collaborazione impresa – impresa – cliente – clienti, per generare Valore, incrementando la consapevolezza e partecipazione agli acquisti da parte dei Consumatori”.

Lui, M………., mi guarda, si rende conto di avermi scatenato, sorride e molto semplicemente dice: “tu parli la mia lingua, mi è sempre piaciuto lo sforzo che fai per allineare i vocabolari, per parlare la stessa lingua, e con il digitale ho capito che è importante allineare anche gli obiettivi ed i Valori che si vogliono generare sui Mercati. Io non voglio sapere cos’è la digitalizzazione, addirittura sistemica, mi serve sapere che tu ed io lavoriamo insieme, collaboriamo, e tu ed io generiamo Valore sul Mercato, producendo profitti per la mia e tua Azienda. Insomma tu non mi vendi nulla, ma devi pretendere il mio impegno sul Business. Mi piace. Da lì fu un Business Case dietro l’altro, ma sempre fatti insieme. Non mi fu mai fatta la domande sul perchè avrebbe dovuto lavorare con me e nemmeno chiesto di dirgli quale sarebbe stato il suo/nostro ROI…..lo abbiamo definito e messo a target insieme. Dimenticavo siamo anche diventati soci.

MORENO TARTAGLINI: CEO DI ARXIT S.r.l. moreno.tartaglini@arxit.it – www.arxit.it – www.tritonstreet.it -Sono un imprenditore. Credo nella convergenza tra innovazione e tradizione. Consapevole delle necessità come Individui, Cittadini, Consumatori, sono attratto dai fondamentali dell’Economia Circolare per garantire lo sviluppo delle Imprese. Sono (stato) un Executive della IBM, lo scrivo perchè Executive della IBM non si smette mai di esserlo. Sono convinto che in certi momenti della vita sia importante condividere con altre persone le opportunità vissute per generare sempre più Valore per la Società, per l’Ambiente e per le Imprese.

Non ci sono Cammelli per tutti.

Ripropongo questo articolo perchè ha fatto migliaia di visualizzazioni e quindi forse c’è scritto qualcosa di sensato.

′′ I tempi difficili creano uomini forti, gli uomini forti creano tempi facili. I tempi facili creano uomini deboli, gli uomini deboli creano tempi difficili.” E si ricomincia.

Il fondatore di Dubai, Sheikh Rashid, durante una intervista sul futuro del suo paese, rispose: ′′ Mio nonno camminava con il cammello, mio padre camminava con il cammello, io cammino in Mercedes, mio figlio va in Land Rover, e mio nipote andrà in giro in Land Rover, ma al mio bisnipote gli toccherà tornare a camminare con il cammello……”.

E’ interessante notare quanto gli uomini, tutti insieme, possano incidere sui tempi; è drammatico verificare che nessuno di noi, per quanto ricco o potente, possa modificare, da solo, i cicli Uomini-Tempi. Può solo, purtroppo per tutti, approfittarne per se stesso più velocemente che in passato. Quindi possiamo biasimare il comportamento di un uomo, ma nessuno di noi potrà prendersela solo con un uomo; i tempi che viviamo dipendono da noi tutti.

E allora come scrissi in altri articoli, è importante essere preparati. Sapere a cosa si va incontro può aiutarci. In questo caso la preparazione è fondamentale per far durare più a lungo possibile i tempi facili, ma anche per ridurre l’impatto negativo, e la durata dei tempi difficili.

Oggi stiamo vivendo la brutta realtà degli uomini deboli che hanno creato e continuano a creare tempi sempre più difficili.

Pare anche che ce la stiamo mettendo davvero tutta.

Si è passati dai tempi facili creati dai nostri genitori e nonni, per quelli della mia età, e dai nostri nonni e bisnonni, per chi è più giovane, a quelli difficili che sono già iniziati, grazie alla nostra generazione di papà e figli. Tutto è accaduto in pochissimo tempo. Noi siamo gli uomini deboli e stiamo consegnando ai nostri figli, ai quali stiamo già chiedendo di essere forti, i tempi difficili.

Abbiamo imparato a nostre spese che “voglio dare tutto a mio figlio, perchè io non l’ho avuto” non sempre vuol dire fare del bene a coloro che più di tutto si ama.

In tutto il Mondo si stanno estinguendo i Leader, quelli che fanno crescere tutto ciò che ruota intorno a loro, persone e territori.

La loro mancanza sul Pianeta è figlia della perdita dei grandi Valori che facevano Forti gli Uomini che hanno vissuto i tempi difficili? Forse certi Valori in cui credere a prescindere, e talvolta la loro crudezza, come la Famiglia, la Patria, il Duro Lavoro, hanno permesso loro di rendere facili i tempi successivi a quelli difficili che hanno vissuto?

Forse essere Leader, sorretti da Valori così radicati, è più semplice rispetto ad essere Leader dove gli uomini sembrano meno attenti ai Valori?

O è il contrario?

Ovvero non essendoci più gli Uomini Forti allora i Valori si perdono?

Sicuramente noi tutti che stavamo vivendo tempi facili, siamo stati ingordi, non abbiamo pensato a costruire come hanno fatto i nostri cari vecchi.

Abbiamo saccheggiato tutto, consumato infinitamente di più rispetto a quanto abbiamo prodotto.

Abbiamo ucciso, disboscato, inquinato, sotterrato, alienato, come impazziti dal desiderio di avere di più anche se non ne avevamo bisogno.

Lo abbiamo fatto e lo facciamo senza alcun rispetto per coloro che sullo stesso Pianeta stavano e stanno invece vivendo tempi difficili. E sì perchè senza Leader le differenze si amplificano.

Abbiamo preferito vivere in giacca e cravatta applicando la Finanza ai contenuti costruiti dai nostri vecchi, senza crearne di nuovi. Ci siamo sporcati di meno. Abbiamo pasciuto senza remore.

Come al solito però l’Antifragile, che c’è in me come deve essere in ciascuno di noi, mi ha fatto capire che vivere per avere di più come Individuo, non porta lontano; è l’armonia, sì anche quella economica, con gli Uomini e con l’Ambiente, che ci fa vivere il miglior equilibrio Uomo-Tempo.

Chiamare Business ciò che produce soldi a discapito di tutto e tutti, ci ha portati dove siamo.

Noi Imprenditori dobbiamo imparare, subito, a realizzare e chiamare Business solo ciò che genera Valore, garantendo un beneficio per tutti, e contabilizzando in Azienda, come giusto, il sano profitto.

Produrre solo ciò che serve e chiamando Business ciò che è un Valore per gli Uomini e per la Natura, sapendo che proprio con Lei abbiamo un debito molto difficile da estinguere, sul quale però dobbiamo impegnarci a fondo, visto che ha già cominciato a chiedere interessi devastanti.

Non ci sono neanche cammelli per tutti, quindi ci tocca davvero far bene e diventare Uomini Forti per ricostruire Tempi Facili

Cammello: chi è e come vive il cammello

UXTP My Company moreno.tartaglini@uxtp.it– www.tritonstreet.it -Sono un imprenditore. Ho creato la Digitalizzazione Sistemica. Credo nella convergenza tra innovazione e tradizione. Consapevole delle necessità come Individui, Cittadini, Consumatori, sono attratto dai fondamentali dell’Economia Circolare per garantire lo sviluppo delle Imprese. Sono (stato) un Executive della IBM, lo scrivo perchè Executive della IBM non si smette mai di esserlo. Sono convinto che in certi momenti della vita sia importante condividere con altre persone le opportunità vissute per generare sempre più Valore per la Società, per l’Ambiente e per le Imprese.


Quanto male può fare un rastrello.

Polizia di Stato e Confartigianato Trasporti Veneto rinnovano collaborazione per formazione operatori autotrasporto - Ferpress

Un giorno dovevo comprare un rastrello. Stupidamente, ma molto stupidamente a parere di molti, stavo per salire in auto e, approfittando di un giro in campagna per comprare dell’ottimo pane (la Micca astigiana) e un salame di media stagionatura, (il Rosa), contavo di acquistarlo in un negozietto che conoscevo, molto attrezzato, in quel di Montegrosso d’Asti. Vendeva anche sementi e dell’ottima farina per fare la polenta che macinava lui, il mugnaio, a pietra. Mio padre più di 20 anni prima ne aveva comprato uno lì. Era durato per tutto quel tempo e lo usavamo anche come zappa!!!. La parte in ferro era fatta dal fabbro di un paese vicino e il manico da una segheria in zona. Insomma quel rastrello parlava il dialetto piemontese!!!!.

Vengo bloccato, non posso (non voglio) dire da chi.

“Cosa? Per comprare un rastrello vai fino a Montegrosso?” ed io rispondo “Ma sì perchè non ho piacere di andare a comprarlo presso i grandi magazzini.” e lui “Ma cosa c’entrano i grandi magazzini, fattelo portare a casa, sei un antico.” “Ma intanto comprerei del buon pane e un ottimo salame” e lui “ottima scusa per non far vedere che non sai comprare da A….n”

In effetti non avevo mai comprato una cosa da A….n. Ma non perchè non sapessi farlo, o meglio avrei sicuramente imparato se avessi desiderato farlo.

Tento di rifiutarmi, ma lui aveva già impugnato il suo smartphone. Un paio di click ben assestati, un paio di scorrimenti con il dito indice, ancora un paio di click e…: “ok antico, preso, arriva domani”.

Parto e vado lo stesso a Montegrosso: non avrei comprato il rastrello ma il pane ed il salame sì. Che fortuna!!!! meno male che il mio amico mi aveva bloccato perchè il negozietto di attrezzi era chiuso..ma quel chiuso, come dire, per sempre. Chiedo al fornaio…”ormai le persone non escono più di casa per andare a comprare” “comprano tutto su A….n!!!!” Mi avvilisco. Non so che effetto faccia agli altri, ma a me sentire che i negozi chiudono a causa di certi modelli di non business, mi avvilisce. E poi un rastrello indistruttibile come quello acquistato da mio padre, durato vent’anni, probabilmente sarà un problema ad averlo.

Torno a casa, pranzo e considero che quel pane e quel salame erano il massimo del piacere.

Il giorno dopo suonano alla porta, apro, e mi ritrovo davanti ad uno scatalone alto oltre 2 metri; insomma l’equivalente di un albero intero, ma senza le foglie e le radici. Mi incazzo.

Cerco di togliere quei 3 o 4 metri di nastro adesivo per aprire lo scatolone.. impossibile, strappo. La prima cosa che salta fuori è quel chilogrammo di polistirolo messo un po’ là e un po’ qua nella scatola. Dopo il polistirolo circa 4 metri di nailon con le bolle. Tolgo anche quello. Eccolo, molto più basso dello scatalone, il mio rastrello dentro ad una sacca di naylon. Tolgo il naylon e mi ritrovo il rastrello in mano. Made in China!!!

Ma nooooo. Io evito di acquistare tutto ciò che viene prodotto in Cina. Spero sempre che si possa ancora decidere di farlo, ho sempre paura che un giorno non si possa neanche più pensarlo.

Chiamo colui che mi aveva bloccato: ” il rastrello arriva dalla Cina!!!. Sto rastrello ha fatto il giro del mondo. Mi sento un coglione a comprare in Italia un rastrello fatto in Cina!!!”

“Ma vuoi mettere il servizio? ordinato ieri e ora già a casa tua, e poi lo hai pagato solo 10 euro e 35″””

10 euro e 35!!!!! Rischio di impazzire. In una sola volta sono stato complice di danni sociali ed ambientali in due Paesi di due diversi Continenti, saltando a piè pari il mio impegno doxastico. “Proprio come essere gentili con chi è arrogante non è meglio di essere arrogante con chi è gentile, essere accomodanti con chi compie un’azione ritenuta malvagia equivale a condonargliela”. (Massim Nicholas Taleb)

Odio quel rastrello. Perchè è stato prodotto dove i diritti umani non sono così ben tenuti in considerazione, tanto che togliendo imballo, immagazzinamento, trasporto e guadagno di A….n, il produttore avrà preso meno di un paio di Euro, incluso il costo dei materiali, delle persone che l’hanno prodotto ed il guadagno dell’Azienda. In più quel rastrello ha inquinato oltre misura avendo attraversato il Pianeta ed essendo avviluppato in una quantità incredibile di polistirolo e naylon, ed ha contribuito a far chiudere il negozietto di Montegrosso d’Asti che con lo stesso costo mi avrebbe dato un prodotto infinitamente di più alto Valore, senza materie inquinanti per “incartarlo” ed avrebbe dato sostentamento alla famiglia del proprietario e all’Economia del Territorio.

Talvolta è difficile capire se il successo di certe imprese sia dovuto all’intelligenza dell’Imprenditore o all’ignoranza del Consumatore, sta di fatto che cominciare a pensare che si è complici di sto rastrello che ne ha fatti di danni in giro per il Mondo, è già un bel passo in avanti.

UXTP My Company moreno.tartaglini@uxtp.it– www.tritonstreet.it -Sono un imprenditore. Ho creato la Digitalizzazione Sistemica. Credo nella convergenza tra innovazione e tradizione. Consapevole delle necessità come Individui, Cittadini, Consumatori, sono attratto dai fondamentali dell’Economia Circolare per garantire lo sviluppo delle Imprese. Sono (stato) un Executive della IBM, lo scrivo perchè Executive della IBM non si smette mai di esserlo. Sono convinto che in certi momenti della vita sia importante condividere con altre persone le opportunità vissute per generare sempre più Valore per la Società, per l’Ambiente e per le Imprese.

Dai, troviamoci per strada.

Un amico quest’oggi mi ha detto: Moreno è più semplice trovarci per strada, così siamo sicuri di arrivare per tempo. Mi sono venuti in mente i fatti di questi giorni.

Quando per passare a prendere tutti si allunga il percorso o addirittura si mette a rischio il viaggio, è spontaneo dire ai partecipanti, per essere certi di partire ed arrivare: “dai, troviamoci per strada; sai a quell’incrocio o quel bar… alle ore….”

Forse dovremmo fare la stessa cosa per portare a compimento la difficile gita che il nostro Paese sta facendo. Per ogni coppia di elementi antagonisti, c’è sempre la stessa situazione, un po’ di valutazioni a favore e un po’ contrarie. Serve la competenza per decidere volta per volta.

Per esempio nel dibattito odierno, se i più giovani aspettassero gli anziani forse arriverebbero con un po’ di ritardo, ma se i giovani non aspettassero gli anziani, forse non arriverebbero mai perchè non saprebbero la strada.

Tornando al viaggio che deve fare il nostro Paese, tra gli individui che organizzano e guidano, si possono riconoscere sempre le stesse caratteristiche.

Ci sono gli ignavi che hanno la scusa per non fare nulla: “ragazzi tutti fermi perchè dobbiamo aspettare gli anziani” passando così anche per altruisti.

I prudenti hanno la scusa per non partire mai perchè “stiamo aspettando gli anziani, e non è prudente lasciarli da soli” sapendo che da soli gli anziani non partiranno mai e se mai lo dovessero fare, arriverebbero decimati. Comunque i prudenti passano per responsabili.

Gli attivi a prescindere, sono quelli che dicono “dai che si parte!!!” Incamminandosi oppure andando verso l’auto. Tutti in disaccordo e ancor più fermi, perchè “partire a prescindere non ha senso, e poi ci sono gli anziani”. E quindi gli attivi passano per insensati.

I disponibili opportunisti, ovvero quelli che si mostrano disponibili a fare tutto, tanto sanno che nessuno accetterà di partire, diranno: “ragazzi io se volete ci sono, passo a prendere un po’ di anziani e li porto con me”. Tutti in disaccordo perchè non ha senso un po’ di anziani si e gli altri no. Però i disponibili opportunisti passano per quelli che tutti vorrebbero avere come amici.

I disponibili pirla, ovvero quelli che sono davvero disponibili e che considerano un premio fare qualcosa per gli altri. Questa categoria di individui normalmente dice “ragazzi io davvero vorrei andare a prendere gli anziani, partirò all’alba per essere certo di arrivare in tempo, se qualcuno si unisce a me li prendiamo tutti”. Tutti gli altri individui pensano “ma guarda sto pirla, adesso lui passa per uno buono ed io che non ho voglia di andare, faccio la figura di quello che se ne frega degli anziani”. Allora giù ad inventare problemi così grandi che solo un matto può pensare di andarli a prendere. (Il disponibile pirla è sempre un po’ pericoloso perchè scuote le coscienze, cosa che non si dovrebbe mai fare in una comunità allegramente menefreghista). I disponibili pirla sono quindi inopportuni e stancano.

I Top Manager, ovvero quelli per i quali partire è semplicemente un dato, quello che conta è arrivare e cosa fare sul posto. La posizione dei Top Manager è chiara e senza limiti “con soli 200 Miliardi abbiamo certezza di prendere tutti gli anziani, li carichiamo su navicelle spaziali monoutente private, gli facciamo fare il giro della Terra un paio di volte mentre i giovani arrivano a destinazione e preparano l’ambiente per gli anziani di ritorno dallo spazio”. Giusto, preciso, entusiasmante. Peccato che non abbiamo ne i soldi ne le navicelle e forse ci perderemmo gli anziani nello spazio. Comincia a serpeggiare il dubbio che i Top Manager non servano, siano inutili, e lentamente si fa in modo che non ve ne sia più traccia.

Gli incompetenti: “ragazzi ovviamente non chiedete a me cosa bisogna fare perchè io non ci capisco nulla. Parlo perchè ho la lingua in bocca ma siamo d’accordo che ciò che dico non conta nulla? Non facciamo scherzi” Ecco questi sono gli onesti. Sarà mica facile stare al comando e aver il coraggio di dire che si è incompetenti e comunque lottare per restare al comando.

Quelli che non hanno mai lavorato. Gli scansafatiche. Questa è una bella categoria perchè basta dirlo, fare outing “io comando ma non ho mai lavorato. I tempi, lo stile e i ritmi del sano lavoro non mi appartengono”. A loro è concesso tutto, perfino mettere le rotelle a ciò che dovrebbe stare fermo, spendendo una parte dei soldi che avrebbe usato il Top Manager per mandare gli anziani in orbita. Questi appaiono, tengono accesa la discussione per un po’ e poi spariscono

Gli sbadati, ovvero quelli che hanno lavoricchiato, ma hanno anche truccato il valore delle proprie esperienze, ma non lo ricordano. A questi si perdona tutto. E’ un fatto di coscienza. Suvvia, chi nella vita non ha raccontato una balla per averne un vantaggio?. Non ci si può scannare con “un fratello”

Quello bravo. Bè quello bravo sa come fare, è già andato e tornato più volte. E’ proprio bravo. Dai è quello giusto. Egli declina però tutti gli inviti a guidare perchè è talmente bravo che sicuramente dopo questa esperienza con gli ignavi, i prudenti, gli attivi…………………….. lui risulterà meno bravo. Davvero, non si può pretendere che uno bravo si sacrifichi.

I lamentosi. Questi ci sono sempre in ogni compagnia e si compongono del numero più folto di individui. Pensano che non sia importante sapere cosa fare, ma far pensare che lo si sappia, lamentandosi di ciò che viene fatto dagli altri. Dei perditempo superlativi

Non ci restano che gli Opportunisti, che devono essere anche un po’ incompetenti, sbadati, ignavi. Questi servono moltissimo affinchè non si creino mai spazi vuoti tra i corpi (mai tra i cervelli) della compagine che detiene la guida della gita. Proprio per questa capacità, fondamentale, anche se totalmente inutile per partire e ritrovarci per strada, li chiameremo i COSTRUTTORI

MORENO TARTAGLINI: CEO DI ARXIT S.r.l. moreno.tartaglini@arxit.it – www.arxit.it – www.tritonstreet.it -Sono un imprenditore. Credo nella convergenza tra innovazione e tradizione. Consapevole delle necessità come Individui, Cittadini, Consumatori, sono attratto dai fondamentali dell’Economia Circolare per garantire lo sviluppo delle Imprese. Sono (stato) un Executive della IBM, lo scrivo perchè Executive della IBM non si smette mai di esserlo. Sono convinto che in certi momenti della vita sia importante condividere con altre persone le opportunità vissute per generare sempre più Valore per la Società, per l’Ambiente e per le Imprese.

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