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Triton Street- Dove tutto ebbe inizio

Alcuni amici che mi frequentano per motivi personali o professionali, mi hanno detto: “Moreno crea e scrivi un tuo blog”

Mi dicono: “hai vissuto così tante esperienze, hai conosciuto così tanta gente. ti diverti così tanto a proporre situazioni così “incredibili” ma che poi si rivelano vere, con il solo scopo di far vivere ai giovani commerciali l’emozione e i contenuti più importanti del “mestiere” più bello del Mondo, da poter offrire a tutti; pezzi di un cammino segnato dalle impronte degli uomini, piccoli e grandi del tuo vissuto, dai loro comportamenti, dalle loro debolezze e dalle loro passioni, incluse le tue.” Dopo molto tempo mi hanno convinto: “Triton Street , dove tutto ebbe inizio”, è il nome del blog.

Cominciamo quindi a narrare “dal nome del blog“.

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In prossimità dei miei primi cinquant’anni ho cambiato la mia vita lasciando il certo e agiato per fare qualcosa di nuovo, ricco di milioni di incognite. Sono riuscito ad iniziare quello che avrei sempre voluto fare: l’Imprenditore, ma non l’Imprenditore figo, per il ruolo, cioè quello che “lavora in proprio” e che parte agiato, ma proprio l’Imprenditore che Imprende. Cioè quello che non dorme la notte.

Sono stato un dipendente e anche un Manager fino ad essere un Executive, ma anche un tecnico con il cuore commerciale ed un commerciale con il piacere per ciò che è tecnico, sono stato disciplinato e rigoroso, ma anche fantasioso e ribelle, sono stato un garzone e anche un Presidente ed un Amministratore Delegato. Ovviamente devo dire grazie a molte persone, che, mentre la mia vita scorreva, mi hanno insegnato molte cose.

Di loro parlerò, spesso, forse parleranno anche loro sul mio blog, tutti sapranno i loro nomi, ma non la loro identità. Chi mi ha suggerito, stimolato, apprezzato, e anche contestato, saprà certamente che sto parlando di lui. Lo farò con la solita caratteristica, ovvero dicendo la verità….non cruda….perché ci vuole poco a dire la verità senza far del male; solo un po’ di rispetto.

Ho imparato molto. Moltissimo. Sono così fiero di ciò che conosco che a volte mi emoziona sapere cose che altri non hanno nemmeno l’idea della loro esistenza.

Prima di tutto ho imparato le persone. Sì, le ho imparate perchè per portar loro rispetto, devi conoscerle, “sentirle”.

Scendo ad Heatrow, vestito benissimo, come al solito ero in anticipo. Ecco per esempio nella mia vita ho sempre fatto di tutto per non farmi aspettare da nessuno. Ricordo bene come mio Padre mi insegnò questa forma di rispetto, sento ancora il bruciore della sberla. Salgo su un taxi e mi faccio portare in centro a Londra.

Mi siedo ad un tavolo fuori, un pub molto chic. Mi è sempre piaciuto il centro di Londra al mattino presto. Belle persone, bei posti, bei modi, bei cani, molti Cavalier King come la mia Zoe; appena più tardi cominciano ad arrivare le tribù di coloro che vivono in periferia. Altro stile.

Prendo due caffè, la giornata è di quelle stupende per Londra. Fresca con il sole. Il sole che a Roma si ha solo d’inverno.

Oggi è la giornata decisiva. Le giornate decisive si affrontano in due modi, almeno io le affronto così: ho certezza di ciò che farò oppure ho certezza di non sapere ciò che farò. L’importante per decidere infatti è di avere la certezza. Io avevo deciso. Sapevo cosa avrei fatto.

Tutti mi avevano detto di non farlo, e per un semplice motivo: la diversa visione di un uomo a 50 anni.

Gli altri infatti mi dicevano: Moreno, hai 50 anni, guadagni molto e guadagnerai ancor di più, vivrai a Londra, non avrai nessun problema.

Io invece mi dicevo: Moreno, hai 50 anni, guadagni molto e guadagnerai ancor di più, vivrai a Londra, non avrai nessun problema.

Che noia sapere già cosa farai, mentre il Mondo sta cambiando.

Avevo deciso. Sono quelle decisioni così intime che non possono essere condivise. Prima si decide e poi si condivide. Troppo facile condividere certe responsabilità.

Mi alzo, entro e pago. Esco e mi incammino. Due isolati, alzo lo sguardo, Triton Street. Lì il palazzo. Bello.

Entro.

Una Hall stupenda, due Reception e quattro Receptionist, stupende.

“prego, la stanno aspettando” (ma loro lo hanno detto in inglese)

Salgo, ascensore a vetri con vista sugli uffici. Arrivo al piano. Si aprono le porte. Davanti a me il GM, francese, e il Presidente, inglese. Mi scappa da ridere, internamente, perchè mi viene in mente la barzelletta: c’è un italiano, un francese e un inglese….Mi son reso conto che avevo davvero deciso perchè se così non fosse stato, avrei avuto nel cervello il bilancio degli ultimi 3 anni di tutte le società del Gruppo, in tutte le Nazioni, dove ero Amministratore Delegato o CEO.

Entrammo in ufficio, di quelli che “povero fa ricco”. Tutti intorno facevano più movimenti con il corpo di quanti ne servissero. L’ho sempre chiamato “dinamismo stanziale”. Nelle occasioni in cui ho notato il dinamismo stanziale, ho percepito che le persone erano sopraffatte dal concetto per cui, non so perchè sono quì ma è un gran culo che io sia quì.

Insomma non potevo entrarne a farne parte senza comunicare che avevo deciso. Toccai il francese, eravamo anche amici e lo siamo stati anche dopo.

Lui si girò e capì. Toccò l’inglese. Lui si girò e non capì. Il francese gli parlò all’orecchio. si girarono. Andammo noi tre in un altro ufficio. Qualche parola e tutto finì. Iniziavo la mia nuova vita.

Triton Street, dove tutto ebbe inizio.

MORENO TARTAGLINI: CEO DI ARXIT S.r.l. moreno.tartaglini@arxit.it – www.arxit.it – www.tritonstreet.it -Sono un imprenditore. Credo nella convergenza tra innovazione e tradizione. Consapevole delle necessità come Individui, Cittadini, Consumatori, sono attratto dai fondamentali dell’Economia Circolare per garantire lo sviluppo delle Imprese. Sono (stato) un Executive della IBM, lo scrivo perchè Executive della IBM non si smette mai di esserlo. Sono convinto che in certi momenti della vita sia importante condividere con altre persone le opportunità vissute per generare sempre più Valore per la Società, per l’Ambiente e per le Imprese.

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